Il padre dell'omeopatia
L' omeopatia è nata in Germania tra il ‘700 e ‘800 ad opera di Samuel Hahnemann.
Originario della Sassonia, Hahnemann si dedicò per anni alla medicina dell'epoca, ma se ne allontanò poi per la sua superficialità, brutalità e per la scarsità di risultati terapeutici. Prese dunque a studiare ogni genere di pubblicazioni mediche e filosofiche, mentre per vivere faceva il traduttore di libri.
Fu proprio la lettura di un testo da tradurre, la "Materia medica" del medico e chimico scozzese William Cullen, che fornì ad Hahnemann l'intuizione che lo condusse all'omeopatia. Sostenuto da una nuova visione della medicina, lo studioso si dedicò per anni a ricerche ed esperimenti che si conclusero con lo sviluppo di un metodo originale di cura, basato su regole semplici e chiare.
I principi fondamentali su cui si basa l'omeopatia sono rimasti gli stessi da quasi duecento anni.
Durante anni di esperimenti Hahnemann registrò delle osservazioni che costituiscono la base dell' omeopatia: se una data sostanza naturale viene somministrata a persone sane a dosaggi relativamente elevati, queste persone svilupperanno sintomi di malattie che saranno caratteristiche dela sostanza somministrata.
In realtà tutti noi sperimentiamo ogni giorno tali effetti senza rendercene conto: il caffè, per esempio, causa palpitazioni e insonnia, il taglio delle cipolle induce lacrimazione e secrezione nasale.
Nel 1790, effettuando su se stesso un esperimento con la radice dell'albero di china (a quel tempo nota come rimedio contro la malaria), Hahnemann cominciò ad indagare questi sintomi.
Dopo aver consumato una certa quantità di radice dell'albero, egli si ammalò e manifestò dei sintomi che somigliavano a quelli della malaria. Sulla scia di questo risultato, il medico sperimentò diverse sostanze su gruppi di volontari, annotando con precisione i sintomi che essi presentavano.
Negli anni successivi Hahnemann constatò che solo le sostanze che causavano nelle persone sane sintomi simili a quelli provocati dalla malattia, erano in grado, in forma diluita e dinamizzata, di curare la persona malata: era la nascita dell' omeopatia.
Nel 1806 Hahnemann pubblicò il suo primo lavoro importante, La medicina dell'esperienza, che conteneva già le idee fondamentali dell'omeopatia (dal greco omeios, simile e pathos, malattia):
- Le malattie si guariscono con il loro simile, cioè con medicamenti che producono nell’uomo sano i sintomi caratteristici della malattia (morbo) da combattere. Nasce il Principio Omeopatico, rivoluzionario: Similia similibus curantur.
- La forza e l’efficacia dei medicamenti possono essere scoperti solo tramite esperimenti in cui la materia in purezza viene posta in contatto con l’organismo dell’uomo sano.
- I Medicamenti vengono preparati tramite diluizioni e succussioni che conferiscono al medicamento una ‘forza’ sempre maggiore man mano che la diluizione aumenta.
- L'omeopatia non punta alla guarigione della malattia, che è solo un sintomo del disordine interno dell'organismo, ma alla guarigione dell'individuo nella sua integrità e individualità
Per approfondire: L'Organon dell'arte di guarire - Le malattie croniche
Esculapio sulla bilancia - Lo spirito della dottrina omeopatica
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