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La cristalloterapia

Una tradizione antichissima

Non c’è civiltà antica che non abbia attribuito alle pietre delle doti curative o protettive, come nel caso dei talismani o degli amuleti.

La funzione protettiva è quella più ricorrente, avallata ad esempio da certe credenze diffuse nell’India antica per la quale i Re dovevano accumulare gemme preziose per potersi difendere da entità maligne.

Alle proprietà delle pietre è legata anche la consuetudine, da parte degli egiziani, di coprire i vertici delle piramidi con il cristallo per attirare le forze celesti.

E di pietre si parla anche nel Vecchio Testamento e in molte scritture antiche, greche e romane, così come si tramanda un utilizzo in forma terapeutica dei cristalli da parte di civiltà come i Maya, gli Aztechi o gli indiani d’America.

In passato, le pietre,  erano riconosciute per le loro proprietà "terapeutiche" e spesso, negli antichi manoscritti, le troviamo menzionate con il loro colore invece che con il nome con cui venivano classificate..

Il primo manoscritto in cui sono descritti numerosi preparati a base di pietre preziose triturate o portate come monili, risale al 1500 a.C. e porta il nome di "Papirus Ebers". Troviamo altri riferimenti circa i poteri delle gemme anche nei primi trattati d'astrologia, scritti in sanscrito e risalenti ai tempi di Varaha-Mihita (400 a.C.). Nei testi dell'Ayurveda indiana, invece leggiamo che le perle venivano ridotte in polvere per farne elementi curativi delle rughe, del fegato ed anche della menopausa.

In India, in tempi antichi, si celebrava persino un rito simile a quello del battesimo cristiano durante il quale al neonato veniva assegnata la sua pietra astrologica, che l'accompagnava poi per tutto il cammino della sua vita.
Nel Medioevo anche gli alchimisti utilizzavano le pietre nei loro esperimenti di trasmutazione dei metalli e della materia.

La cristalloterapia è una pratica olistica, che conferisce proprietà “curative” ad alcuni minerali, riconoscendo loro la capacità di entrare in “sintonia” con il corpo umano, riequilibrandone le disfunzioni energetiche.

Essa parte infatti dal presupposto che il corpo umano possieda un “campo magnetico” con la quale i cristalli (o pietre, o gemme), grazie alle loro caratteristiche fisiche, possono interagire, apportando benefici sia sul piano mentale che fisico.

Ogni pietra ha una sua energia naturale e tenendole in mano se ne riceve una sensazione di ricarica e di tranquillità e ognuna ha su di noi un effetto di benessere rivolto a sanare quegli squilibri di cui soffriamo.

La fisica moderna, poi, ha consentito di poter considerare anche in senso scientifico le proprietà dei cristalli, più specificatamente, sono stati condotti esperimenti per misurare, con l’ausilio di strumenti speciali, il campo magnetico contenuto da una singola pietra.

Condizione necessaria perché una pietra possa essere usata nella cristalloterapia è che essa sia effettivamente di origine naturale e non sintetica, quindi non trattata chimicamente o colorata artificialmente.

Come si pratica la cristalloterapia

La cristalloterapia consiste, nella sua pratica più diffusa, in un contatto diretto tra le pietre, scelte in base alle esigenze personali, e il corpo umano.

Più precisamente, le pietre vengono appoggiate e lasciate per qualche minuto in corrispondenza di uno o più “chakra”, ovvero dei sette punti che la fisiologia tradizionale indiana indica come i centri energetici principali del corpo umano, quelli dove si rispecchiano gli stati d’animo e le condizioni fisiche dell’individuo.

Attraverso la pelle, quindi, le pietre trasmettono le vibrazioni energetiche ristabilendo il flusso energetico corretto.

Alcune pietre, come l’ametista e i quarzi possono essere posizionate negli ambienti per “purificarli” , altre messe vicino alle apparecchiature elettroniche per "schermarne" gli effetti nocivi.

Altre ancora vengono portate addosso come ciondoli o monili, per continuare nella loro opera di "protezione" dell'individuo.

 

 

Alessandra Marello - Consulente in Naturopatia

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